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Gruppo di lavoro precari e dottorandi

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Messaggio  doruchan Gio Nov 13, 2008 12:49 am

(copio dalla mailing list)

Buongiorno a tutti,

ieri ci siamo riuniti a So.Ge.Ne. tra precari e dottorandi di Tor Vergata.

Eravamo pochi, molto pochi, e la scaletta delle attività è stata rispettata solo in parte.

I gruppi di lavoro avevano lavorato, ma abbiamo ritenuto poco utile leggere i documenti prodotti, che verranno invece inviati a tutti via mail (qui ne allego uno) e sono ovviamente auspicati i contributi di chiunque in termini di aggiunte o correzioni (in forma di revisioni). Gli altri arriveranno alle mailing list in mail successive o precedenti a questa e proporrei che, una volta in versione definitiva, siano mandati agli studenti e forse anche al corpo docente (valutiamolo insieme).

Allego anche il file che ci ha fornito Leonardo Vignoli (Biologia Roma 3), testo integrale dell’ultimo decreto Gelmini, seguito dal testo di tutte le leggi cui si fanno rimandi nel primo, in modo da rendere possibile una lettura integrale del testo.

Quello che abbiamo fatto è stato decidere che:

1 aderiamo all’assemblea della Sapienza di domani ore 17 per coordinarci per il corteo del 14, con l’idea di partire con loro dalla Sapienza

2 partecipiamo all’intervento di Marco Travaglio domani ore 15 Roma 3 e possibilmente parliamo con lui del nostro lavoro

3 portiamo all’assemblea del 15 (e anche del 16?) i documenti dei gruppi di lavoro come nostro contributo alla mobilitazione

4 proponiamo il 15 una manifestazione di tipo mediatico per richiamare l’opinione pubblica, italiana e straniera, sul problema della cultura in Italia. Vorremmo organizzarci per metterla in scena sabato stesso, coinvolgendo gli altri universitari italiani presenti all’assemblea (Per Emiliano, principale ideatore di questo progetto: non potresti descriverlo in un e mail da mandare alla lista pitrepiudue o sul forum, cercando di coinvolgere gli studenti a partecipare con noi?)

5 vorremmo organizzare una protesta concreta che dottorandi e precari possano metter in atto dalla prossima settimana.

In linea con quanto già fatto presso altri Atenei, l’ipotesi vagliata è quella del blocco della didattica, inteso come interruzione del contributo (sempre volontario) che diamo alle lezioni, con supplenze strutturate o saltuari seminari, al tutoraggio degli studenti (tesine e tesi), in termini non di attività di laboratorio (che è anche la nostra attività, per cui siamo pagati), ma di supporto alla elaborazione dei dati o alla stesura di tesi e tesine, che spetteranno tutte agli strutturati di competenza, che si troveranno solo il lavoro aumentato di tutto quello che fanno fare a noi ma che non ci compete.

L’idea (se ho ben capito) è che finchè si vive in un clima di collaborazione, noi precari abbiamo voglia e passione di fare quello che ci viene chiesto di fare, anche se esula dalla ricerca pura. Ma in guerra (sarebbe bene sempre a mio avviso, ma pochi lo fanno) è necessario schierarsi e decidere da che parte stare. I ricercatori strutturati con cui lavoriamo, come in un domino, dovrebbero da un lato essere travolti dalla mole di lavoro che noi smettiamo di fare e dall’altro pensare di fare loro la protesta, visto che anche loro non sono tenuti a gran parte del lavoro che svolgono, visto che avranno un danno enorme dalla 133 e che un’università più libera, senza ricatti morali dei baroni dovrebbe essere auspicata da tutti. A cascata, i professori dovrebbero prendere posizione al livello di facoltà e di ateneo ed elaborare una risposta ai tagli del governo, perché senza soldi e senza risorse umane non si può fare un lavoro di qualità.

È ovvio che per fare questo ci vogliono i numeri.



E ora due parole su ieri, a tutti quelli che ricevono questo messaggio e che hanno deciso di non partecipare a questa e alle precedenti assemblee:

Siete informati su quello che sta accadendo? Pensate non vi riguardi? Pensate di avere urgenze lavorative e private più urgenti delle nostre? Non capite che se non ci siamo tutti, la fatica improba di pochi verrà probabilmente vanificata? Credete che per voi ci saranno più rinnovi di contratto se non perdete ore di lavoro in laboratorio o in corsia o all’università in genere? Con quali soldi pensate di essere pagati? È questa l’università che volete? Didattica di basso livello, poche attività sperimentali, gente scontenta che ci lavora dentro, senza tutele, senza futuro, senza sorriso? Forse università private, più costose, solo per ricchi, con personale pagato sempre meno? È per questo che avete studiato tanto? Per arrivare a contare meno di uno che ha solo la terza media, che non accede a posizioni di rilievo perché la sua formazione non interessa nessuno, perché il livello culturale di questo paese scenderà sempre più?

Noi vorremmo un aumento dei fondi destinati all’Università e alla Ricerca (fino al 3% del PIL, come stabilito e ratificato dal nostro Paese nell’Accordo di Lisbona) e una profonda e riflettuta riforma del sistema universitario, che tenga conto di quanto l’Università e la Ricerca giochino un ruolo strategico nello sviluppo e nella crescita di una nazione.

Perché non lavorate a questo progetto con noi?



Irene


Documenti allegati:
Decreto.doc
bozza di NO ALLA 133.doc
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